Ma sedendo e mirando, INTERMINATISpazi di là da quella, e SOVRUMANISilenzi, e profondissima quieteIo nel pensier mi fingo(G. Leopardi, L'infinito)
CESARE FUI e SON IUSTINIANO(Dante, Divina Commedia, Par. VI)
e se da lunge i miei TETTI saluto,sento gli avversi Numi, e le secretecure che al viver tuo furon tempesta(Foscolo, In morte del fratello Giovanni)
S'I' FOSSE foco, arderei 'l mondo;S'I' FOSSE vento, lo tempesterei;S'I' FOSSE acqua, i' l'annegherei;S'I' FOSSE Dio, mandereil'en profondo(Cecco Angiolieri, S'i fosse foco, arderei 'l mondo)
Dai calici aperti si esalaL'ODORE DI FRAGOLE ROSSE. (G. Pascoli, Il gelsomino notturno)
Di quel VAGO AVVENIR che in mente AVEVI(Leopardi, A Silvia)
COME QUESTA PIETRAè il mio piantoche non si vede(Ungaretti, Sono una creatura)
QUEL DOLCE PIANTO, e QUEI DOLCI MARTIRi(Ariosto, Orlando furioso, canto XXX)
Si devono APRIRE le stellenel cielo sì tenero e vivo. ( Pascoli, La mia sera)
passa il FERRO crudel tra costa e costa, e fuor pel tergo un palmo esce di netto(Ariosto, Orlando furioso, canto XVII)